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Quando si parla di materiali da costruzione, la reazione al fuoco è uno dei parametri di sicurezza più importanti. Indica come un materiale si comporta in caso di incendio: ad esempio, quanto facilmente si accende, quanto contribuisce alla propagazione delle fiamme e al rilascio di calore o fumo. Questa proprietà è fondamentale perché, in caso di incendio, la rapidità con cui un materiale brucia può fare la differenza nel dare alle persone il tempo di evacuare in sicurezza. In altre parole, la reazione al fuoco di un prodotto può influenzare direttamente la gravità di un incendio in un edificio. Materiali “benigni” dal punto di vista della reazione al fuoco possono limitare la propagazione delle fiamme, mentre materiali non testati o scadenti potrebbero alimentare rapidamente un incendio.
Euroclassi: un linguaggio comune in Europa
Per valutare la reazione al fuoco dei materiali, l’Unione Europea utilizza un sistema di classificazione armonizzato, noto come Euroclassi. Le Euroclassi vanno da A1 (materiali non combustibili) fino a F (materiali non classificati o altamente combustibili). Questa scala fornisce un linguaggio tecnico comune in tutta Europa. Ecco una semplificazione delle principali classi:
- Classe A1 – Materiali completamente incombustibili, che non contribuiscono in alcun modo all’incendio (esempio: lana di roccia, cemento).
- Classe A2 – Materiali a combustibilità molto limitata, contribuiscono in modo trascurabile al
- Classe B – Materiali combustibili con bassa infiammabilità, contribuiscono in misura limitata al fuoco.
- Classi C, D – Materiali via via più combustibili, con contributo crescente all’incendio (accettabili solo in applicazioni meno critiche per l’incendio).
- Classe E – Materiali che soddisfano solo requisiti minimi di resistenza all’innesco (combustibili, accensione molto facile).
- Classe F – Materiali non testati o che non hanno raggiunto neanche la classe E (potenzialmente molto pericolosi in caso d’incendio).
Oltre alla lettera (che riguarda l’infiammabilità), spesso le classi includono anche indici aggiuntivi per fumo (s) e gocce incandescenti (d). Ad esempio, una classificazione A2-s1,d0 significa combustibilità molto limitata, con fumo molto scarso (s1) e nessuna produzione di gocce o particelle ardenti (d0).
Normative europee e marcatura CE
Nell’Unione Europea, la reazione al fuoco non è solo una questione di sicurezza, ma anche un requisito normativo per accedere al mercato. Il Regolamento Prodotti da Costruzione (CPR – Regolamento UE 305/2011) stabilisce che molti materiali da costruzione devono ottenere la marcatura CE prima di essere immessi sul mercato UE. Per ottenerla, i produttori devono dichiarare le prestazioni del prodotto rispetto a diversi requisiti essenziali, tra cui le caratteristiche di comportamento al fuoco. In pratica, se stai producendo un materiale destinato a pavimenti, pareti, isolamenti, rivestimenti, coperture ecc., e questo materiale verrà usato in edifici dove la normativa antincendio lo richiede, devi testarne e certificarne la reazione al fuoco. Senza questa certificazione, il prodotto non può riportare la marcatura CE per quell’uso specifico e, di conseguenza, non può essere legalmente commercializzato nell’Unione Europea per usi edilizi rilevanti ai fini antincendio.
Questo significa che la reazione al fuoco è cruciale per accedere al mercato UE perché rappresenta un passaporto di conformità: se il tuo prodotto non rispetta le prestazioni minime di legge in tema di reazione al fuoco (ad esempio una certa Euroclasse richiesta per quella famiglia di prodotti), non potrai venderlo liberamente. Ad esempio, pannelli isolanti o materiali di rivestimento per interni spesso devono essere classificati almeno A2 o B in certe applicazioni civili; se un pannello isolante risulta in classe D o E, potrebbe essere escluso da edifici pubblici o ambienti con elevati requisiti di sicurezza.
Esempi pratici: il costo del mancato rispetto
Facciamo qualche esempio concreto. Immagina un’azienda che produce pannelli decorativi in plastica per pareti interne. Senza test di reazione al fuoco, questi pannelli potrebbero rivelarsi altamente infiammabili (diciamo classe E o F). Un progettista non potrà specificarli in edifici pubblici o in ambienti di lavoro perché violerebbe i codici di prevenzione incendi. L’azienda produttrice, quindi, perde interamente quel mercato. Viceversa, se l’azienda investe nel migliorare la formula del materiale (ad esempio aggiungendo additivi ritardanti di fiamma) e lo porta a una classe B o A2, e lo fa testare e certificare, quei pannelli potranno essere impiegati anche in ospedali, scuole, uffici ecc., in conformità alle normative antincendio.
Un altro esempio: un produttore di isolanti termici vuole vendere i suoi prodotti in tutta Europa. Gli isolanti, però, se sono destinati all’edilizia, devono riportare la prestazione di reazione al fuoco nella Dichiarazione di Prestazione CE. Se l’azienda non effettua le prove in laboratorio e non ottiene la classificazione, non potrà marcare CE l’isolante per l’uso edile. Di conseguenza, quel prodotto resterà fuori mercato finché non verrà testato e adeguato.
Laboratori notificati e iter di prova
Come si ottiene la certificazione di reazione al fuoco? Il percorso tipico prevede di rivolgersi a un laboratorio specializzato e notificato. Un laboratorio notificato è un ente autorizzato e riconosciuto a livello europeo per svolgere le prove ai fini della marcatura CE. Ad esempio, il laboratorio Prodotti da Costruzione – Reazione al fuoco di t2i (presso Rovigo) è autorizzato dal Ministero dell’Interno per effettuare prove valide per la marcatura CE secondo il CPR. Ciò significa che è un laboratorio accreditato ACCREDIA 00154 Testing, e con notificazione n. 1600, la cui certificazione è valida in tutta l’UE.
Test di reazione al fuoco in laboratorio: un campione di materiale viene esposto a una fiamma controllata per valutarne la classe di reazione al fuoco.
In pratica, l’azienda fornisce campioni del proprio prodotto al laboratorio. I tecnici eseguono una serie di prove standardizzate (ad esempio prove con fiamma pilota, il Single Burning Item test (SBI), test di calorimetria come calorimeter, ecc., a seconda del materiale) per misurare parametri come la propagazione di fiamma, la produzione di calore, fumo e gocce incandescenti. In base ai risultati, il laboratorio attribuisce al prodotto una classificazione (es. B-s2,d0, oppure A2-s1,d0 etc.). Questa classificazione viene riportata nel Rapporto di Classificazione. Il produttore potrà dunque redigere la Dichiarazione di Prestazione (DoP) includendo la classe di reazione al fuoco ottenuta e apporre la marcatura CE al prodotto, indicando quella prestazione.
Vantaggio competitivo e responsabilità
Oltre a essere un obbligo normativo, investire nelle prestazioni di reazione al fuoco dei propri prodotti offre anche un vantaggio competitivo. Molte gare d’appalto, ad esempio, richiedono materiali con determinate classi di reazione al fuoco; avere già a catalogo prodotti certificati di classe elevata (A1, A2 o B) significa poter accedere a progetti prestigiosi (come edifici pubblici, infrastrutture, grandi complessi) dove la sicurezza antincendio è prioritaria. Al contrario, proporre al mercato prodotti non classificati espone l’azienda non solo al rischio di esclusione, ma anche a possibili responsabilità legali: se un materiale privo di adeguata certificazione viene impiegato in un cantiere e poi risulta causa di propagazione di un incendio, ne rispondono sia il produttore che chi l’ha messo in opera. Dunque, la certificazione antincendio tutela anche legalmente produttori e progettisti, dimostrando che sono state seguite le normative vigenti.
Conclusione: conformità come chiave di accesso al mercato
In conclusione, garantire una corretta reazione al fuoco dei prodotti da costruzione non è solo una questione di rispetto della legge, ma significa farsi promotori di sicurezza e qualità.
Per le aziende manifatturiere del settore edilizio, la conformità alle norme antincendio è la chiave che apre le porte del mercato europeo. Investire in test e certificazioni presso laboratori specializzati come il laboratorio Prodotti da Costruzione di t2i significa assicurarsi quell’“etichetta di fiducia” necessaria per competere nei mercati.
Significa poter dire ai propri clienti (progettisti, imprese edili, enti pubblici): “Il nostro prodotto è sicuro, testato e conforme: potete usarlo nei vostri edifici con la certezza che soddisfa gli standard europei.” E questo oggi fa la differenza tra restare indietro o crescere con successo nel mercato comunitario. In un settore dove sicurezza e innovazione vanno di pari passo, far testare i propri materiali e ottenere la giusta classificazione di reazione al fuoco è un passo imprescindibile. È un investimento che ripaga in opportunità di business, reputazione e, soprattutto, in edifici più sicuri per tutti.
Per approfondimenti sui test di reazione al fuoco o per valutare la classificazione dei tuoi prodotti, il laboratorio t2i è a disposizione delle imprese interessate.