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Il mondo delle costruzioni è in continua trasformazione, e così anche le regole del gioco. Negli ultimi anni, chi opera nel settore (produttori, progettisti, uffici tecnici) avrà notato un susseguirsi di aggiornamenti normativi a livello europeo. Ma perché le norme europee sui prodotti da costruzione stanno cambiando?
Per adeguarsi a un mercato che chiede maggior sicurezza, sostenibilità e innovazione. La normativa deve tenere il passo con nuove tecnologie, nuovi materiali e anche con le sfide globali (cambiamento climatico, digitalizzazione). Vediamo più da vicino cosa sta succedendo: dall’evoluzione del Regolamento Prodotti da Costruzione (CPR) alle nuove iniziative UE per rendere prodotti e processi più moderni.
Dal CPD al CPR: un po’ di storia
Per contestualizzare i cambiamenti attuali, è utile ricordare da dove partiamo. In passato (dagli anni ’90) in Europa vigeva la CPD, ovvero la Direttiva Prodotti da Costruzione, che ogni Stato recepiva in modo proprio.
Nel 2011 è avvenuto un salto importante: la direttiva è stata sostituita da un Regolamento (il CPR, Reg. UE 305/2011), direttamente applicabile in tutti gli Stati membri. Questo regolamento ha armonizzato la marcatura CE per molti prodotti da costruzione, definendo requisiti essenziali (resistenza meccanica, sicurezza antincendio, isolamento acustico, efficienza energetica, ecc.) e introducendo la Dichiarazione di Prestazione (DoP) obbligatoria. Il CPR 305/2011 è entrato pienamente in vigore nel 2013 e ha creato un linguaggio unico: le norme armonizzate (hEN) e le valutazioni europee (ETA) per caratterizzare i prodotti. Tuttavia, col passare di un decennio, sono emerse alcune criticità: tempi lunghi per sviluppare nuove norme, ambiguità in certe procedure e la necessità di includere nuove priorità (ad esempio, informazioni ambientali sul prodotto).
Un nuovo regolamento CPR alle porte
Ed eccoci al presente. L’Unione Europea ha lavorato a un aggiornamento del Regolamento Prodotti da Costruzione per superare i limiti del vecchio 305/2011. Dopo consultazioni e proposte, nel 2024 è stato approvato il Regolamento (UE) 2024/3110, il “nuovo CPR”, che segna un punto di svolta per il settore. Questo nuovo regolamento, pubblicato a fine 2024, abroga il precedente (305/2011) e introduce progressivamente una serie di novità importanti. Entra formalmente in vigore il 7 gennaio 2025, anche se molte disposizioni si applicheranno dopo uno o due anni di transizione, per dare tempo al mercato di adeguarsi.
Cosa c’è di nuovo nel CPR 2024/3110? Molto, sotto diversi punti di vista.
Gli obiettivi dichiarati della Commissione e del Consiglio UE sono stati ambiziosi: facilitare la libera circolazione dei prodotti, ridurre gli oneri amministrativi e promuovere l’economia circolare e l’innovazione tecnologica.
Vediamo alcuni punti chiave di cambiamento.
Principali novità: digitale, sostenibilità e flessibilità
Una delle innovazioni più evidenti è l’introduzione dei passaporti digitali dei prodotti da costruzione. Dal 2026 in poi, le Dichiarazioni di Prestazione (DoP) e gli eventuali certificati di conformità dovranno essere fornite in formato elettronico non modificabile, accessibili su piattaforme digitali dedicate. In pratica ogni prodotto-tipo avrà un “documento digitale d’identità” sempre aggiornato, che conterrà non solo le prestazioni dichiarate (ad esempio resistenza meccanica, reazione al fuoco, trasmittanza, ecc.), ma anche informazioni di uso, manutenzione, sicurezza, impatto ambientale e così via. Questo passaporto digitale dialogherà anche con altri sistemi come il BIM (Building Information Modeling) per facilitare la tracciabilità lungo tutto il ciclo di vita del prodotto. Lo scopo è duplice: da un lato semplificare la vita ai professionisti (basterà scannerizzare un codice per ottenere tutte le info aggiornate sul prodotto), dall’altro promuovere la trasparenza e l’economia circolare (sapendo esattamente composizione e caratteristiche, sarà più facile riusare o riciclare i materiali a fine vita).
Parallelamente, il nuovo CPR pone molta enfasi sulla sostenibilità ambientale. Viene introdotto un nuovo metodo di valutazione (chiamato “sistema 3+”) che prevede, per alcuni prodotti, un controllo specifico da parte di organismi notificati sui dati ambientali e di sostenibilità del prodotto. In sostanza, oltre a testare la resistenza o l’isolamento, si potrà richiedere di valutare anche l’impronta ecologica del prodotto (energia incorporata, emissioni nella produzione, etc.). Questo si integra con le politiche europee del Green Deal e con il concetto di “scelte verdi” anche nei materiali da costruzione.
Un altro aspetto di cambiamento è la maggiore flessibilità e rapidità nel normare nuovi prodotti. Finora, per molti prodotti innovativi non esisteva una norma armonizzata, e bisognava passare per le “Valutazioni Tecniche Europee” (ETA) – un processo spesso lungo. Il nuovo regolamento darà alla Commissione UE il potere di emanare specifiche tecniche comuni in caso in cui il percorso standard di normazione (attraverso CEN) risulti bloccato o troppo lento. Questo significa che se il mercato ha urgente bisogno di criteri per un prodotto innovativo (si pensi a un nuovo materiale bio-composito, o a un sistema costruttivo digitale), la Commissione potrà intervenire più rapidamente per definire come deve essere testato e classificato, senza attendere anni per la pubblicazione di una norma EN.
Obblighi più chiari e vigilanza rafforzata
Le nuove norme europee porteranno anche maggiore chiarezza nei ruoli e obblighi degli operatori economici (fabbricanti, importatori, distributori). Verranno ribaditi gli obblighi di immettere sul mercato solo prodotti conformi e accompagnati da DoP e marcatura CE regolare. Inoltre, il CPR riveduto rafforza la vigilanza del mercato: le autorità nazionali avranno strumenti migliori per controllare i prodotti sul mercato e ritirare quelli non conformi. L’obiettivo è evitare che prodotti scadenti o con documentazione incompleta circolino liberamente, creando concorrenza sleale verso chi investe in qualità.
Da notare che, pur essendo un regolamento europeo, viene rispettata la linea di demarcazione tra livello europeo e nazionale: le norme europee riguardano i prodotti, mentre rimane ai singoli Stati il diritto di fissare i requisiti per le opere di costruzione. In pratica l’Europa dice come devono essere classificati e venduti i prodotti (esempio: questo tipo di pannello ha resistenza al fuoco EI 60, quella finestra ha trasmittanza 1.1 W/m²K ecc.), ma ogni Stato deciderà se in una scuola serve EI 60 oppure EI 90, se in una casa passiva serve trasmittanza 1.1 o 0.8, e così via. Questo equilibrio continua nel nuovo CPR.
Impatto su imprese e laboratori
Tutto molto interessante, ma cosa significano questi cambiamenti in pratica per le aziende e per chi si occupa di test e certificazioni?
Per i produttori di materiali da costruzione, significherà aggiornare le proprie procedure di marcatura CE: ad esempio, dovranno prepararsi a fornire le DoP in formato digitale, tenere più informazioni pronte e consultabili per ogni prodotto, e probabilmente investire in analisi supplementari (come la valutazione ambientale di prodotto). Le imprese all’avanguardia che già hanno certificazioni ambientali (EPD, Life Cycle Assessment) saranno favorite, mentre chi è indietro dovrà recuperare terreno. Inoltre, con la maggiore attenzione alla vigilanza, le aziende dovranno essere più rigorose nel mantenere la documentazione sempre in ordine e aggiornata: un prodotto non conforme o con marcatura CE apposta in modo improprio rischierà di essere bloccato più facilmente rispetto al passato.
Per i laboratori di prova e certificazione, le nuove norme significano nuove opportunità ma anche sfide tecniche. L’introduzione di test su sostenibilità e l’implementazione dei passaporti digitali richiederanno competenze aggiuntive. Un laboratorio come quello di t2i dovrà non solo continuare a offrire le prove tradizionali (resistenza, reazione al fuoco, ecc.), ma anche assistere le aziende nel popolare questi passaporti digitali con dati affidabili e completi. Inoltre, con l’accelerazione della normazione su nuovi prodotti, i laboratori dovranno stare al passo con nuovi metodi di prova che potranno emergere rapidamente per materiali innovativi.
Va sottolineato che questi cambiamenti, pur introducendo qualche onere in più nel breve termine, mirano nel lungo termine a semplificare e potenziare il mercato unico. Documenti digitali invece che pile di carta, una sola piattaforma dove trovare informazioni, meno attese per ottenere criteri di certificazione per nuovi prodotti: tutto ciò dovrebbe ridurre burocrazia e costi nascosti.
Come prepararsi: formazione e supporto esperto
Dal punto di vista pratico, come possono prepararsi le aziende manifatturiere, i responsabili qualità e i progettisti a queste novità normative? Innanzitutto, informandosi per tempo. Partecipare a seminari, leggere linee guida (molte associazioni di categoria e organi notificati stanno pubblicando sintesi del nuovo CPR), coinvolgere i propri consulenti tecnici.
È consigliabile fare un check-up dei propri prodotti e certificazioni: i documenti che hai oggi saranno conformi in formato digitale domani? Hai già valutato l’impatto ambientale dei tuoi prodotti, nel caso diventasse richiesto? Inoltre, conviene monitorare le norme armonizzate in revisione: molti standard tecnici verranno aggiornati per allinearsi al nuovo regolamento. Ad esempio, potranno emergere nuove versioni di norme EN per test di prodotti o nuovi criteri per qualificare le prestazioni.
Qui entra in gioco il ruolo dei laboratori e centri di innovazione come t2i.
Il laboratorio Prodotti da Costruzione di t2i, grazie all’esperienza maturata e alla rete di relazioni europee (membro EGOLF, collaborazioni con università, ecc.), segue da vicino questi sviluppi normativi. Ciò significa che può supportare le aziende con un servizio di consulenza tecnica: interpretare le nuove regole, capire se un certo prodotto dovrà essere ritestato secondo criteri diversi, o se esistono aggiornamenti in arrivo per la sua norma di riferimento. Ad esempio, se produci pannelli sandwich isolanti, potrebbe interessarti sapere se la norma EN di riferimento per l’isolamento termico o per la reazione al fuoco sta cambiando: il laboratorio può fornire aggiornamenti e pianificare con te eventuali test integrativi.
Conclusione: cogliere le novità come opportunità
Le norme europee per i prodotti da costruzione stanno cambiando e continueranno ad evolvere: questo può sembrare impegnativo, ma rappresenta anche una grande opportunità di crescita. Norme più moderne e complete significano un mercato più trasparente e meritocratico, dove l’innovazione di qualità viene premiata. Le aziende che per prime abbracceranno le novità – digitalizzando le proprie dichiarazioni, investendo in sostenibilità, adeguando i propri prodotti – avranno un vantaggio competitivo notevole. Chi invece si chiude al cambiamento rischia di trovarsi escluso da un mercato che richiederà standard più elevati.
In definitiva, “come cambiano le norme” non è solo una domanda da convegno, ma è il punto di partenza per chiedersi: “come posso far evolvere la mia impresa per anticipare le nuove norme?”.
In questo percorso, non siete soli: il Laboratorio Prodotti da Costruzione di t2i è pronto ad affiancarvi, offrendo sia le prove e certificazioni necessarie, sia informazioni e formazione sulle evoluzioni regolamentari. Aggiornarsi oggi significa essere competitivi domani. E se è vero che costruire bene significa costruire in sicurezza e qualità, le nuove norme UE mirano proprio a questo: edifici più sicuri, sostenibili e innovativi, realizzati con prodotti all’altezza dei tempi.
Per rimanere aggiornati sui cambi normativi o per un supporto tecnico nella certificazione dei prodotti, potete contare sull’esperienza dei nostri esperti presso t2i.
Contatti: prodotti@t2i.it